ALEX COMAN, Ombre nella pietra, Delos Digital, 2021

La narrazione di Alex Coman racconta le vicende di due fratelli, Robi e Mina, che vivono in un futuro in cui inquinamento e mutamenti climatici hanno rovinato l’ambiente al punto che pochi privilegiati possono vivere nella Bolla, luogo di agio e bellezza, e la maggioranza, protagonisti compresi, in casermoni detti grotte, collegati ad internet per default, direttamente nel cervello e attraverso congegni impiantati nel e sul corpo, soggetti a una rigida e inesorabile disciplina. L’unico luogo in cui la natura – alberi, cespugli, erba – sopravvive è nella Bolla, in cui gli abitanti delle grotte fanno da servitori a tempo determinato secondo un sistema computerizzato che estremizza i regimi di apartheid economica già ben presenti oggi. Questo è, grossomodo, il contesto in cui si svolge la vicenda drammatica dei personaggi. Prevaricazione e speranza danno luogo a sviluppi imprevedibili trascinando il lettore verso un finale a sorpresa imprevedibile quanto avvincente. La scrittura è nitida e precisa, il ritmo elevato e lo scavo psicologico nei personaggi è, a mio parere, il vero punto di forza di quest’opera. Consiglio la lettura di Ombre nella pietra a chiunque, non solo agli appassionati di narrazioni distopiche.

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