Il futuro prossimo di Stefano Tevini: breve lettura di due libri distopici

Uno dei meriti principali, certo non l’unico, di questa narrazione, è l’aver evitato di ricorrere a mirabolanti atmosfere futuristiche, tecnologia inimmaginabile, espedienti da baraccone fantascientifico. La realtà che Tevini descrive in Social-Democrazia (Delo Digital, giugno 2021) è quella a noi familiare, degrado urbano e suburbano, dipendenza dai social media, violenza diffusa a ogni livello della società, protagonismo e narcisismo. L’autore ha solo estremizzato ciò che da noi in Italia potrebbe avvenire ma che altrove già avviene, con l’uso della fatwa non come soluzione di estremismo religioso ma mediatico, o meglio da social-media. Bande di disadattati che vivono di espedienti e di droghe sintetiche esistono già in tutte le realtà urbane europee, per non parlare di quelle dei paesi in via di sviluppo. Originale è la vicenda, serrata, precisa, imprevedibile, con un protagonista credibile che porta il lettore con sé in ogni azione e in ogni pensiero, in un’identificazione resa facile e naturale da un uso sapiente della prima persona. La vicenda è una persecuzione cui il protagonista deve resistere, in primis fuggendo e restando vivo, in seguito passando ad un rapido e falcidiante contrattacco che non farà sconti.
Stefano Tevini ha pubblicato un romanzo dalle atmosfere simili, dal titolo Catena Alimentare presso Lambda House, nel 2020. Ottimo romanzo che, come questo racconto, è avvincente, scorrevolissimo e allo stesso tempo violento, pessimista, amaro. I semi della distopia ci sono tutti e particolarmente la disumanizzazione progressiva, l’inaridimento dei rapporti umani e la costante perdita dell’empatia. Il romanzo segue l’evoluzione del protagonista da insicuro e imbranato ad arrogante e violenta star del web, processo di disumanizzazione innescato dalla frequentazione di un guru del miglioramento e dell’auto-affermazione, il tutto portato agli estremi. Ma estremi fino a che punto? E fino a che punto la violenza della vicenda è paradossale e ironica? È molto difficile dirlo perché i germi di quell’ambiente estremo e tossico ci sono già tutti, qui, adesso, oggi, per strada, in ufficio, nei luoghi di divertimento, ecco perché la ‘distopia’ di Tevini pare più un presente eventuale che non un futuro plausibile. La distopia, sembrano suggerire le pagine di questo autore, è qui, ora, fuori dalla finestra, basta saper guardare. Non può che risultarne, nelle mani di un giovane autore esperto e padrone dei mezzi narrativi, un prodotto consigliato a chiunque ami non solo la distopia e l’azione, ma la letteratura italiana in generale.

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