Thundersub è un anime di fantascienza giapponese (宇宙空母ブルーノア) del 1979 ambientato nel 2052.
Mi pare interessante fornire una breve lettura del primo episodio evidenziando gli elementi più strettamente legati alla narrazione del disastro e della fine.
Una particolarità non scontata della trama, subito dichiarata, è che l’umanità ha trovato il modo di superare le guerre e vivere in pace, il progresso offre vantaggi prima insperabili, gli esseri umani sono affratellati e collaborano a livello planetario ma la minaccia, e quindi la catastrofe, l’azione, e il conflitto arrivano dallo spazio. Alieni antropomorfi decidono d’impossessarsi della Terra per abitarla, adattando, grazie alla tecnologia superiore di cui dispongono, il clima terrestre alle loro esigenze.
Il primo episodio è da manuale: la tragedia segue i dettami aristotelici, l’inizio è felice e sereno. Sulla terra natura e tecnologia coesistono, l’umanità vive in pace e armonia, i popoli collaborano e tutto procede nel miglior modo immaginabile. Felicità per i personaggi in attesa del conflitto. Lo status quo, visto da una prospettiva distopico-catastrofica, è l’attesa dell’evento devastante. Non esiste una narrazione possibile di pace e prosperità: nelle narrazioni del disastro l’utopia è impossibile non da realizzare, ma da raccontare.
La narrazione deve essere narrazione del disastro e della sopravvivenza, l’evento deve infrangere lo status quo precedente e capovolgerlo, l’utopia attaccata dai malvagi dà luogo alla narrazione di ciò che viene durante e dopo. Dopo la catastrofe, l’azione.
A bordo della flotta degli alieni invasori viene descritta la Terra, la conformazione del suolo e il clima, che vengono definiti adattabili alla nostra [aliena] vita, dopo aver distrutto il genere umano. La minaccia incombente, già chiara e delineata, non ha che da essere messa in opera mentre lo spettatore comincia a conoscere i personaggi.
Fra questi, sulla terra, c’è un ricambio generazionale nel momento dell’attacco: i padri vengono uccisi dai bombardamenti alieni, sistematici e indiscriminati, i giovani, che di quei padri sono figli affettuosi, sopravvivono e, in quanto cadetti di un’accademia militare, sono destinati alla resistenza all’invasione e vendicare i padri, nonché la terra violata. Non vedere in questo schema un evidente riferimento alla distruzione dell’impero giapponese e il desiderio di ricostruzione e difesa è molto difficile ma come insegna Umberto Eco l’interpretazione deve riconoscere i propri limiti e lasciare all’opera d’arte libertà interpretativa.
Tristi le scene di distruzione. In pochi attimi la tecnologia bellica superiore smantella le difese terrestri e non ha pietà degli umani, che vengono sterminati. La rappresentazione della morte è si da manga giapponese degli anni Settanta, ma c’è. Le scene sono inequivocabili, gli effetti indubitabili.
Il disastro è piovuto sulla terra prima come attacco mirato e subito dopo come serie di terremoti, maremoti, eruzioni vulcaniche e tsunami dovuti alle manipolazioni di terra, mare e aria operate dagli alieni per adattare la biosfera terreste alle loro condizioni.
Il messaggio è straziante. L’attualità anche. Mi spiace molto di non aver visto questo manga da bambino.
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